Da Staranzano a S. Canzian d’Isonzo
Il percorso è il proseguimento del n. 1 da Ronchi e Staranzano e congiunge questa località con il vicino centro di San Canziano, attraverso la piccola frazione di Dobbia e le campagne circostanti.
Staranzano ha l’aspetto di un centro prevalentemente residenziale. Mantiene segni isolati del suo passato agricolo nel portale di qualche casa, in qualche stalla e nel complesso dei Feruglio, in particolare nel suo folador (lungo via Spazzapan). La chiesa parrocchiale, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, è stata più volte ristrutturata.
Nella piazza Dante si trova il bobolar, bell’esemplare isolato di bagolaro (Celtis australis), collocato come tradizione di questi paesi nello slargo all’incrocio tra le vie di sviluppo dell’abitato.
Per dirigerci a Dobbia percorriamo la strada asfaltata lungo il canale secondario di San Pietro (vedi perc.3). Svoltiamo a sinistra all’incrocio per Dobbia, giungendo in breve a questo piccolo insediamento in origine rurale, articolato lungo due assi ortogonali: uno è costituito ancora oggi dalla via principale di attraversamento del paese, l’altro (via Rossare) dalla strada campestre che conduce alle campagne a sud (un tempo verso uno dei molini sulle rogge locali, quello delle Coloschie). Al centro dell’abitato, in corrispondenza dell’incrocio tra i due assi, vediamo la chiesa di S. Carlo Borromeo: si mostra nella tipologia abbastanza frequente nelle chiese minori della pianura friulana e isontina (facciata a capanna conclusa da campaniletto a vela; interno a navata unica). Citata in documenti del 1660, doveva avere fin dalle origini questa forma, non alterata più che tanto dal restauro seguito ai danni recati durante la grande guerra, nel 1922-25. Desta curiosità il dato che il borgo potesse essere stato una sorta di enclave amministrativa entro la desena di Monfalcone, forse addirittura chiusa da un muro o da una sorta di centa allargata. La famiglia dei Susana, a lungo unica proprietaria del borgo, è ricordata dallo stemma murato nella chiesa.
Procediamo lungo la strada per lasciare alla nostra destra un centro ippico (un altro accesso si trova nei pressi della linea ferroviaria TS- VE). Alcune cortine di maestosi pioppi chiudono l’orizzonte dell’ordinata campagna a nord, in una distesa di campi dove non è raro incontrare lepri e fagiani. L’interesse archeologico di questa zona è confermato dal ritrovamento di alcuni reperti sparsi in alcune aree (tra le altre i fondi indicati con i toponimi Braida Vecchia, I pezzi, Roncaie, abbastanza vicini al cavalcavia sulla ferrovia ), terreni non ancora oggetto di scavi sistematici.
Giunti ai piedi di una torre piezometrica siamo in prossimità dell’incrocio tra le strade che congiungono i paesi del comune di San Canzian d’Isonzo: a destra ( a nord) Begliano e la pista ciclabile per Pieris; a sinistra il centro di San Canziano; procedendo dritti ancora un tratto di campagna, in parte attrezzato ad uso di alcuni centri ricreativi, il primo situato immediatamente oltre l’incrocio, un altro situato quasi alla confluenza con la provinciale Pieris- Monfalcone.
Il paesaggio è caratterizzato dall’alternarsi di campi coltivati e boschetti.